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martedì, luglio 27

PASSO ROLLE – MONTE MULAZ – SENTIERO DELLE FARANGOLE

Il primo obiettivo del fine settimana è assistere al concerto di violoncelli il sabato mattina all’alba ai piedi del Castellaz.
Per questo partiamo il venerdi verso le sette ed iniziano subito problemi.
Problemi che sono nell’ordine: coda e pioggia torrenziale! A parte questo il viaggio è andato liscio. Talmente liscio che abbiamo pianificato la cena sulla base dell’orologio della macchina, orologio che pero era un’ora indietro! (e la macchina era la mia). Quindi ci siamo ritrovati alle undici passate in zona Cavalese sotto una pioggia torrenziale a cercare dove poter mangiare qualcosa!
Alla fine ci è andata anche bene abbiamo mangiato qualcosa al El Molin Wine Bar a Cavalese che consiglio a tutti!

Dopo cena ripartiamo per il Passo Rolle e San Martino di Castrozza. Nel tragitto ho scoperto di avere poteri paranormali: sono in grado di prevedere il futuro!
Stavo salendo un po allegramente verso il Passo Rolle ed ha un tratto ho pensato “si ma se mi spunta un animale in mezzo alla strada cosa faccio?” e dopo circa trenta secondi ha iniziato a palesarsi un branco di caprioli (penso) ai bordi della strada. In totale ne abbiamo contato 6 di cui una mamma con cucciolo.
Poco dopo la una arriviamo a San Martino dove parcheggiamo e prepariamo a dormire in macchina meno di un paio d’ore, essendo che dobbiamo prendere la navetta che ci porterà al Passo Rolle ad un quarto alle quattro. Nel mentre smette di piovere e tempo un nulla mi addormento (parlo in prima persona ma ovviamente Federica c’era ed in più c’era Lorena).

Della sveglia e dell’arrivo al Passo Rolle ho un ricordo vago se non che conosciamo una coppia di piacentini che sono li, il resto l’ho fatto in automatico in dormiveglia.

Arrivate al Rolle si cammina un quaranta minuti fino ai piedi del Castellaz (dove non saliremo per il troppo affollamento sul sentiero) dove in una sorta di anfiteatro naturale ci sarà il concerto.
Noi ci sistemiamo e iniziamo l’attesa che sarà troppo lunga e faticosa, a causa della temperature (5°) e del vento.
Verso le sei inizia il concerto ed è davvero bello ed in più arriva anche il sole a scaldarci un po!

Finito il concerto ci incamminiamo verso per la Baita Segantini per una sosta tecnica saltata a causa della troppa gente. Dalla Baita seguiamo il sentiero 710 che ci porterà al Rifugio Volpi al Mulaz.
La salita non è difficile ed il paesaggio bello, peccato che nel mentre inizi prima a piovere e ad un certo punto inizi a cadere acqua ghiacciata. Il vento era sempre presente.
Nota per chi volesse fare questo giro: tagliando dalla Val Venegia verso il rifugio dal basso si vedono 2 tracce una destra ed una sinistra di un ghiaione. Quella a destra è il sentiero corretto e segnalato, quella a sinistra è una variante poco simpatica che finisce nel nulla e che costringe ad attraversare in diagonale il ghiaione e vedendo quelli che lo hanno fatto non mi è sembrato niente di bello.
Prima delle dodici siamo al Mulaz, le ragazze di fermano li. Io scarico un po zaino e salgo al Monte Mulaz. Salita divertente perché ogni tanto il sentiero lo si deve un po inventare e perché da li sopra si ha una vista stupende sulle più famose cime delle dolomite, cime che io ho solo intravisto causa nuvole. Tra salita, discesa e sosta speranzosa in cima ad illudermi che si schiarisse ci ho messo un ora e mezza. Il resto della giornata l’abbiamo spesa rilassandoci e gironzolando nei dintorni del rifugio.
Ai soliti orari da ospedale abbiamo cenato (e anche bene) e poco dopo le nove eravamo a letto. Unico neo del rifugio è che hanno poco libri e giochi di società!

Domenica sveglia alle sei e mezza circa, colazione ed un ora dopo siamo in partenza verso il Rifugio Rosetta. L’inizio del sentiero 703 (parte dell’Alta Via Dolomiti 2) è piuttosto tosto, nel senso che tira un bel po ma dura poco. Un po lentamente raggiungiamo il Passo delle Farangole, perché la traccia non segue il sentiero ma fa uno “stupido” giro che a dover un po ravanare sui nevai e su impervio sfasciume vario, ma niente di drammatico. Le corde e le scalette che permettono di salire e scendere dal Passo sono in ottime condizioni e molto divertenti.
Dal passo il sentiero è tutta una discesa, in pratica, fino al Sentiero delle Farangole. Sentiero che pensavamo potesse essere il problema della giornata, ma non lo è stato. Nonostante quanto si può leggere in giro è solo un sentiero molto esposto e divertente per fare il quale è buona cosa tenersi ai cavi di acciaio. Su tutto il sentiero 703 non serve in nessuna occasione il materiale da ferrata ma solo un po di attenzione.
Finito il tratto attrezzato siamo risaliti sull’altipiano del Rifugio Rosetta. Il modo più comune di descrivere l’altipiano è: “un paesaggio lunare” ed è vero! In pratica c’è solo roccia.
Problema dell’altipiano è che ci arriva la funivia da San Martino, quindi era strapieno di gente che faceva una scampagnata. In pratica siamo passati da incontrare 12 persone in 4 ore a vedere qualche centinaio in un quarto d’ora!
In ogni caso dal Rosetta siamo andati alla funivia che abbiamo usato per scendere. Una volta scesi abbiamo pranzato e verso le due eravamo in partenza verso Milano.

Non so bene quando le ho fatte ma sono riuscito a fare più di cinquecento foto in 2 giorni! Eccone alcune:



































martedì, luglio 20

UMBRIA JAZZ 2010

Dopo aver saltato lo scorso anno, per motivi vari ed eventuali, quest'anno siamo tornati a Perugia per Umbria Jazz.
Nel fine settimana io mi sono divertito e rilassato ma questa è un'edizione sotto tono.

Il primo motivo di questo sotto tono è stata la nostra scarsa organizzazzione non avendo deciso a priori nulla siamo andati un po a ramengo. Andando a ramengo ed essendo due ciula ovviamente siamo riusciti ad essere in ritardo per qualsiasi concerto con il risultato di vedere solo quelli gratuiti.

In compenso erano anni che non passavo una domenica cosi tanto oziosa, senza nulla da fare se non che muovermi dalla tenda alla piscina e dalla piscina alla tenda. (consiglio a Perugia come campeggio è meglio il Paradis D'etes)

Il problema vero però è che in giro c'era davvero poca gente per Perugia. Nelle scorse edizioni ci capitava spesso di faticare a trovare parcheggio, e a muoversi tra una piazza e l'altra mentre quest'anno non abbiamo avuto nessuno di questi problemi.
Ad assistere al concerto di chiusura in genere c'era un sacco di gente da far fatica a muoversi mentre domenica sera c'era spazio per giocare a calcetto volendo.
Parlando un po che delle persone di Perugia che conosciamo ci han detto che il sotto tono è dovuto a vari fattori come la crisi ma che in gran parte è colpa della politica del comune. Politica che vietando i concerti al di fuori degli spazi istituzionali tarpa le ali a quell'atmosfera di festa e musica che in genere si creava.
Ecco un paio di foto:


stavolta le foto non sono mie!

martedì, luglio 13

MONTE CREYA

Premetto che l'escursione non mi è piaciuta. Non mi è piaciuta per un paio di motivi:
- visitare un sito di archeologia industriale in uno dei parchi naturali più belli d'Italia è da stronzi

- metterci più tempo a scendere che a salire perché si perde la traccia è da stronzi.
Ed io nel fine settimana sono stato stronzo!

Fatta la premessa ora racconto la gita.
Il giro di oggi prevede una vetta il Monte Creya, partiamo da Montrox sopra Cogne.
Il sentiero parte su una carrozzabile per poi diventare bruscamente un sentiero impervio che si snodo tra le conifere ed i resti delle miniere il tutto per un paio d'ore scarse.

Il paesaggio cambia, ed in meglio, arrivati al Vallone dei Liconi da cui ci dirigiamo verso la cima con davanti un paesaggio fantastico.

Una volta in cima mangiamo, facciamo qualche foto e iniziamo la discesa. Da notare che nel mentre abbiamo osservato altre due escursionisti che ravanavano in cerca del sentiero più sotto, e li abbiamo un po sfottuti.

Ripartendo seguiamo gli evidenti ometti che si vedono sulla dorsale di vetta. Peccato che a un certo punto qualsiasi tipo di segno od indicazione svaniscona in prossimità di un ripido pendio. Pendio in fondo al quale si vede un sentiero (che dovremo prendere) e delle casette.
Iniziamo la discesa un po a casaccio del pendio cercando un sentiero o una direzione e perdendo un sacco di tempo! Alla fine capiamo che la cosa migliore è scendere tenendosi sulla destra e velocemente arriviamo al sentiero.
Sentiero sul quale incrociamo i due escursionisti di prima (coppia francese) la quale mi racconta di avere avuti i nostri stessi problemi!

Dal sentiero il ritorno a Montrox è davvero una bella passeggiata che si svolge nel bel Vallone del Grauson.


Ecco alcune foto:



















giovedì, luglio 8

INNO NAZIONALE

L’Inno di Mameli mi piace? No, ma è arrembante da la carica.
Lo conosco? Si, ma solo la prima strofa. L’Inno ha infatti molte strofe che non conosco solo le prime.
Mi emoziona? Si, è una cosa che mi è rimasta da quando ho fatto il militare. Nel senso che li l’ho imparato e l’emozione mi è rimasta

In tre righe questo è il mio rapporto con l’Inno nazionale.
L’inno che è un po come la squadra del cuore non è una cosa che puoi cambiare o altro tutti se ne ritrovano una un po per caso e poi quella si devono tenere. Ed io che mi sono tenuto l’Inter per 34 anni, non è che ora mi possa mettere a cambiare l’inno.

Parlo dell’Inno in quanto i rappresentanti della Lega Nord (si quella forza politica molto introdotta al Nord la quale si dice forza di opposizione e in antitesi con le logiche di governo centrale di Roma anche se poi è a Roma nei posti che contano da circa un vent’anni e delle tante cose che dice voler fare ne ha fatte pochine per me, è la stessa che sembra gestita secondo logiche nepotistiche, che è anche nata a pochi kilometri da dove sono nato ecc.) dicono di non riconoscersi nell’Inno in quanto è quello dell’Italia e loro sono della Padania. Loro poi sostengono che l’Inno della Padania è il “Va Pensiero”.
E c’è qualcuno gli va dietro e fa i manifesti inserendo “Va Pensiero”, non avendo ben presente dove andare a parare come al solito.

Per me già il fatto che esista la Padania è dubbio! Fin dalle elementari a me han insegnato che esiste la Pianura Padana, mai nessuno mi ha detto che la stessa zona si chiamasse Padania. Poi a quanto mi ricordo io la zona cosi detta Padania quando è stata unita lo è stato non per scelta delle sue “genti” ma perché unita da chi la conquistava. “Genti” che poi non è che si stimino poi tanto fra di loro, anzi mi pare si siano stati sempre un po sulle balle e pronti a farsi la guerra (almeno stando alla storia che mi hanno insegnato).

In ogni caso ammettiamo che in qualche epoca remota (il Pleistocene magari) la Padania sia stata una nazione di genti unite e che ora la si voglia rifondare (lo ha fatto anche Israele). Aggiungerei che in base a qualsivoglia legge, norma, regolamento od editto la Lega o chi per essa possa emettere io della Padania sono un cittadino (so anche il dialetto per parlare col Senatur). Quindi in quanto cittadino della Padania, stato che va costituendosi (su basi democratiche spero) voglio dire la mia sul futuro Inno e vorrei dire che avere il “Va Pensiero” come inno nazionale è proprio una ciofeca! Vorrei capire chi lo ha scelto e chi gli ha dato il diritto di imporlo e perché non fanno un bel referendum per decidere quale debba essere l’Inno (forse è il fatto che non rappresentano tutte le persone del Nord Italia e l’idea di Padania potrebbe non essere cosi solida nemmeno tra chi li vota come direbbe questo sondaggio). Intendiamoci è una bellissima aria ma tale è… e non un inno.

Tutti gli Inni rappresentato (ed esaltano) il popolo, il paese e la sua storia (come quello di Mameli). Il “Va Pensiero” invece è il canto di un popolo distrutto e in stato di schiavitu, non proprio una bell’immagine da dare di una “nazione”. Ho, poi, citato Israele a proposito del “Va Pensiero” non a caso, infatti l’aria è cantata dagli ebrei prigionieri in Babilonia che cantano pensando alla loro patria. Nel testo infatti si parla di fiume Giordano e Solima (Gerusalemme), che io cosa c’entrino con la Padania fatico a capirlo! Provando ad analizzarlo per metafore io potrei anche vederci nel Giordano il PO, quello che mi manca in ogni caso è Gerusalemme!
Le stesse considerazioni valgono per chi ogni tanto salta fuori dicendo che si debba cambiare l’Inno senza dividere l’Italia, e sempre si propone il “Va Pensiero”!

Per me poi l’Inno è una cosa legata agli eventi sportivi. Come tutti da piccolo mi sono immagino su un campo sportivo con l’Inno nazionale che suonava per me. Nella mia immaginazione c’era sempre l’Inno di Mameli. Ora se ci fosse stato il “Va Pensiero” mica sarebbe stata la stessa cosa (a parte l’introduzione), non è che dia molto la carica.
In questi giorni, causa mondiali, mi è capitato di pensare agli Inni e prendendo, quindi, a spunto dal film HERO ho immaginato di simulare un campionato (non importa lo sport) basato sugli inni. L’idea è che le squadre(o atleta) entrino in campo come per una finale quindi: concentrate e cariche, vanno al centro del campo e una volta li partono gli inni. Ascoltandoli ogni giocatore nella sua testa gioca la partita (non importa di quale sport) ed alla fine degli inni la partita non si giocherebbe perché il risultato i giocatori e tutti già lo saprebbero. L’Italia (ma avrei potuto mettere Padania) ora proverò a farla partecipare con “Va Pensiero”.
Ecco qualche possibile scontro con mio commento sull’esito:
“Italia – Germania” partita difficile ma: una delle due già dice nel suo Inno di avere un pezzo dell’altra, una canta Uber Alles l’altra un'altra nazione
“Italia – Francia” qui direi che non c’è proprio partita
“Italia – Inghilterra” anche questo è un bel match, ma direi che è un pareggio
“Italia – US” altra partita senza storia, ma solo perchè loro son piu famosi!
“Italia – Russia” nessuna partita

Non è che gli Inni degli scontri mi piacciano tutti, anzi ma anche in questo mio campionato faremmo una figura meschina come ai mondiali. Usando l’Inno di Mameli invece per me l’Italia se la giocherebbe un po meglio!

Io come inno propongo l’Ouverture del Guglielmo Tell anche senza parole in stile Spagna ma mi piacerebbe anche “Libiam ne lieti calici” (molto indicativo) o “Nessun dorma"

lunedì, luglio 5

ORATORIO CUNEY

Quest'inverno salendo al Col du Chaleby mi aveva incuriosito e perciò ieri mi son tolto lo sfizio andando a visitare l'Oratorio di Cuney.
Il posto come detto in occasione della gita invernale è davvero bello e scenografico.
Nella versione estive devo aggiungere la presenza di molte marmotte, di tanti ruscelletti e cascatelle ed il fatto che la Valle di Saint Barthelemy vista dall'Oratorio sembra davvero un posto di altri tempi.
La gita non è impegnativa, tolto un tratto iniziare in cui tira un po.

Ecco alcune foto:














Dalle foto si puo notare l'unica nota dolente della giornata: la pioggia! Si in un periodo di caldo e afa noi siamo riusciti ad andare a prendere un temporale e a girare con il soft shell!!