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lunedì, agosto 4

TORMETONE ESTIVO - INCIDENTI IN MONTAGNA

autore Roberto Caprioli

Il tormentone giornalistico dell'estate quest'anno sarà: le morti in montagna.
Oggi le pagine 2 e 3 del "corriere della sera" si occupano di un incidenti avvenuto ad una spedizione sul "K2" in cui era coinvolto un italiano. In Italia, penso, ci siano altri problemi e questioni di maggiore interesse pubblico che non il dramma personale di alcune persone.
Oltretutto c'è il problema che di cronaca i giornalisti possono parlare con cognizione di causa (e mi rendo conto che questa è una affermazione forte) ma di montagna non mi pare proprio! Ad esempio in tutto un articolo chiamano i portatori sherpa, ma essendo la tragedia in corso in Pakistan lì il nome del popolo che lavora come portatore è hunza.

Un problema del tormentone è che in genere a seguito di queste attenzioni da parte dei media il nostro attentissimo parlamento fa degli interventi legislativi per redimere le questioni. Interventi che di solito io reputo a cazzo... Memorabile il dare precedenza sulle piste da sci! (sottolineo che alcune cose sensate le fanno, come la regola del caschetto). Dato che nell'attuale forza di governo ci sono un po' di alpinisti/rocciatori spero che le cose vadano un po meglio (ed io che spero nel Pdl è una parola grossa!!)

Leggendo i resoconti le persone che vanno in montagna a fare alpinismo sono descritti come dei pazzi incosciente che si divertono a rischiare la vita. Gli eventi che poi scatenano gli incendenti sono sempre descritti come incalcolabili e non prevedibili. Tutto questo non è vero!
Tutte le attività in montagna sono pericolose se non affrontate con il giusto rispetto, e sono indipendenti dalla bravura di chi le compie. Leggendo i resoconti degli incidenti famosi emerge che in genere la causa è un banalissimo errore di valutazione umano (consiglio la lettura di: Aria Sottile), molte altre volte è la pura sfiga e poche volte il dolo (vedasi Bonatti e il K2)
Affrontare una montagna alta più di 8000mila metri non è uno scherzo o una cosa facile, e lo dimostrano i numeri:


ascensioni morti %
Annapurna 130 53 41%
K2 278 66 24%
Manaslu 240 52 22%
GI 195 21 11%
Broad peak 255 18 7%
Everest 3000 208 7%
Kangchenjunga 209 8 4%
GII 650 17 3%
Nanga Parbat 276 4 1%
Totale 5.233 447 9%

i dati non sono aggiornatissimi sono del 2003 ma sono rilevatori della pericolosità delle montagne. Fonti: k2climb e adventure stats.

Le montagne sono pericolose anche qui a casa nostra:

interventi %
ILLESI 1.495 25%
FERITI LEGGERI 2.063 35%
FERITI GRAVI 1.579 27%
MORTI 405 7%
FERITI COMPROMESSE FUNZIONI VITALI 375 6%
TOTALE
5.917

Questo è il dato degli interventi del "corpo nazionale soccorso alpino e speleologico" nell'anno 2006.
Per cui chi va in montagna è a conoscenza dei rischi che corre e scegli di affrontarli, un po come chi guida oltre i limiti, va in bici senza caschetto, fuma e chi più ne ha più ne metta...

Il problema, quindi, non è che le persone che affrontano la montagna sono dei pazzi ma solo che la stessa è pericolosa!
Ed è tanto più pericolosa se una persona non è in grado di valutare se stesso e le proprie capacità in relazione a quello che sta per fare. Purtroppo molte persone non sono in grado di valutarsi e pensano che basta la forza di volontà per andare su... In questo stranamente devo dare ragione a Fausto DeStefani di mountainwilderness, in cui critica l'alpinismo troppo turistico! (in genere non sono molto d'accordo con alcune dichiarazioni di questo gruppo).
Il sapersi valutare però non assicura da ogni rischio, ma da la certezza che si sa cosa si sta andando a fare.
Vorrei poi precisare che sfiga a parte, per chi affronta la montagna con le dovute cautele e materiali la cosa è solo un bellissimo gioco!

A margine di tutto questo rimane poi da spiegare una cosa: perchè la gente fa certe cose.
E secondo me una spiegazione unica e facile non c'è! Io credo che ognuno vada in montagna per motivi suoi e personali. Ed è quindi inutile parlarne, fare critiche o quanto altro.

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