Pages

lunedì, ottobre 26

UN CALDO SABATO DI OTTOBRE

Una volta tanto sono stato nei boschi ma non a correre.
Sabato c'era il sole e faceva davvero caldo per essere a fine ottobre quindi sono andato nei boschi a fare un po di foto. Ecco le piu belle per me:







lunedì, ottobre 19

PENSAVO PEGGIO

Da domenica ho deciso di ricominciare a correre un po seriamente. Per me questo vuol fare più 10km da ogni uscita.
Penso che sia dalla scorsa estate che non supero tale distanza, quindi pensavo di dover faticare molto e che avrei avuto delle prestazioni pessime!
Invece ieri sera alla prova dei fatti su 11km ho fatto un ottimo (per me risultato) circa 56 minuti tenendo conto dei semafori (e dello stronzo che quasi mi investiva sulle striscie).

Il percorso è stato più o meno questo (solo ho fatto 2 giri del sempione e qualche deviazione per via dei semafori):

View Larger Map


L'unico problema serio di ieri è stato il cardiofrequenzimetro! Stando ai suoi dati al momento dovrei essere in ospedale per infarto...

giovedì, ottobre 15

CLIMATE CHANGE - 15 OTTOBRE 2009 -

Nel mondo si fa un gran parlare di Global Warming, purtroppo meno in Italia.

Qui da noi è visto come qualcosa di lontano, non interessante e non attinente alla nostra realtà.
Il problema si pensa sempre che sia limitato a qualche sperduto posto ai tropici o al polo.
Quando le conseguenze dei cambiamenti climatici arrivano sui giornali è perché qualcuno ha fatto delle proteste molto scenografiche (Governo delle Maldive sott'acqua) o arrivano foto molto commoventi (orsi al polo).

Peccato che nessuno si fermi mai pensare che questi cambiamenti ci sono molto più vicini e ci riguardano tanto. Non voglio parlare di come sarà il futuro dei miei figli (che peraltro al momento non ho), ma io parlo di quello che potrò o non potrò fare io nei prossimi anni.

Le cose che se va avanti rischio di non poter più fare sono:
- sci alpinismo
- scalare le cascate di ghiaccio
- sport fluviali come il rafting (con divertimento)

Io mi sono dato allo sci alpinismo (in realtà snow) all'incirca 6 anni fa.
Ho mosso i primi passi nel comprensorio del MonterosaSki, facilitato dalla presenza di una quantità astronomica di neve.
Mossi i primi passi mi son dovuto subito fermare per i successivi 4 anni, causa la mancanza di neve (non sono cosi esperto da andarmi a cercare i fuoripista oltre i 3mila, e non avevo ancora tutta l'attrezzatura).
Si potrebbe pensare che questa sia una situazione normale ma non lo è! Nel comprensorio c'è Alagna, che si definisce "Freeride Paradise" perché li i fuoripista sono molti e facili da raggiungere. Per facilitare questo stanno costruendo una nuovo impianto che porta solo ai fuoripista.
Unico problema è che per frequentarli (in modo divertente) non c'è la neve.
Il problema della poca neve non è solo limitato alle attività di scialpinismo/fuoripista ma provoca problemi anche ai normali sciatori. Negli anni di penuria di neve la neve non c'era nemmeno in pista (tanto che un anno l'hanno dovuta sparare fino a metà stagione esaurendo le scorte d'acqua e rischiando la chiusura e tutto ciò a Gressoney), ed ogni anno sciare sui ghiaccia diventa meno divertente perché si restringe la parte percorribile.

La mancanza di neve è legata anche alla mancanza di freddo, cosa che rende difficile la formazione di cascate sicure. E io che già non sono poi cosi convinto delle cascate se non le trovo nemmeno sicure sarà difficile che le provi.

Ora dato che non nevica, non fa freddo il risultato è che al disgelo nei fiumi c'è meno acqua. Il fatto che ci sia meno acqua fa si che i torrenti/fiumi abbiano una portata minore e quindi frequentarli diventa meno avventuroso e divertente.

Ovviamente tutto queste cose portano ad altre conseguenze più serie come la mancanza di acqua per i campi, ma sono discorsi per me troppi seri e che risulterebbero lontani dal mio vivere di tutti i giorni.

Alla fine penso che provare a cambiare le cose cambiando le nostre abitudini si può, e che bisognerebbe provarci.
Lo dico non solo per buonismo ma anche perché ho letto quali sono le soluzioni che potrebbero essere messe in atto per contrastare questi cambiamenti diversi dal cambio di abitudini e sono agghiaccianti. Diciamo che se ci va di culo ci troveremo a vivere in un mondo fatto cosi:




vabbe magari non proprio cosi (mancarenno gli androidi e i viaggi nello spazio) ma c'è davvero gente che sta studiando come sistemare il clima usando alberi ogm mangia anidride carbonica, nuvole di zolfo, e altre simili amenità.

martedì, ottobre 13

BUON GIORNALISMO

Ecco un filmato di buon giornalismo: è un'intervista a Ghedini
Piero Ricca è un po di parte, ma fa le domande e lascia il tempo di rispondere. Cosa allucinante per l'Italia ha anche avuto delle risposte...
(unico neo il video non è esportabile come oggetto!)

Putroppo poi c'è anche il cattivo giornalismo, volevo mettere un esempio preso dalla trasmissione "microfono aperto" di RadioPopolare sentita settimana scorsa ma purtroppo non trovo il podcast quindi mi toccherà raccontarlo.
(mettere qualcosa d'altro era sparare sulla crocerossa)
La trasmissione era dedicata alla situazione in Abruzzo motivo per cui è stata intervistata una signora che ricevette una casa nuova durante la famosa cerimonia con Berlusconi. L'intervistatore, di cui ignoro il nome, ha passato il tempo ad inzigarla per fare in modo che si lamentasse della casa ricevuta. Ha iniziato denigrando la casa, i suppellettili (aveva le lenzuola), via via che non riusciva nel suo intento è passato a chiederle se le piacessero i suoi vicini, se fosseto quelli vecchi e se il fatto che avesse gli stessi vicini le desse fastidio. Ovviamente ha sempre risposto picche, è passata da una tenda a una casa non capisco quale altra risposta si aspettasse.
Finita l'intervista ha concluso dicendo è cosi che si distruggono i legami, non ricostruendo i quartieri con le stesse persone, che la gente sta male e tutto va male. Ha citato un paio di sociologici/economisti a cazzo ed a ha chiuso sentindosi figo di aver fatto polemica e attaccato il governo...
Una cosa davvero penosa! Per me che l'ho sentita (e non è che sia di destra) ha fatto solo tristezza, ma non poco! (per la cronoca tutte le puntate che ho sentito sono cosi)

venerdì, ottobre 9

DIETROLOGIA - UN ARTICOLO DEL WEB ARRIVA SULLA CARTA STAMPATA -

Nei giorni scorsi su all'interno di un forum di montagna (fuorivia.com) ho letto questo articolo:

E’ possibile che qualche cosa di molto importante sia accaduto e stia accadendo, “sotto il tappeto”, in preparazione e in connessione (forse per anticiparla e impedirla) con la clamorosa decisione di Obama di rinunciare al sistema missilistico in Europa (con radar nella Repubblica Ceca). Non solo decisione cruciale, ma soprattutto devastante per i piani israeliani. La motivazione usata da Obama, infatti, si basa sulla valutazione congiunta delle agenzie americane, dei servizi segreti, che l’Iran non possiede, né potrà possedere in un futuro prevedibile, né l’arma atomica, né la capacità di costruire vettori capaci di portarla a destinazione negli Stati Uniti.

E’ noto che, al contrario, Israele considera questa eventualità non solo possibile ma ravvicinata e che è intenzionata a stroncarla, a qualunque costo, e in qualunque modo.

La scelta di Obama è dunque, al tempo stesso, una dura presa di distanza dalla leadership di Israele. Una svolta senza precedenti per gli Stati Uniti d’America. Questa è la premessa per inquadrare quanto qui racconterò sulla base delle informazioni disponibili e cercando di ripulirle dagl’inquinamenti di cui sono striate.

E non c’è da stupirsene perché la materia scotta, in tutti i sensi.

Forse c’entra anche, in tutto questo, la misteriosa storia della Arctic Sea, la nave battente bandiera maltese ma con equipaggio russo di 13 persone, sparita il 28 luglio scorso, assaltata da strani “pirati” al largo delle coste portoghesi, nell’Atlantico.

Ma partiamo dagli ultimi avvenimenti e cerchiamo di mettere a posto un difficile mosaico.

Il 14 settembre scorso tutti i media russi e il New York Times danno notizia di un gravissimo incidente nella base militare di Tambov, circa 400 chilometri a sud-est di Mosca. Citando la Reuters, che a sua volta citava l’agenzia Ria-Novosti, che a sua volta citava una fonte di alto livello dei servizi segreti russi, il New York Times informa che “cruciali documenti segreti possono essere stati distrutti dal fuoco” in un incidente in cui hanno perso la vita ben cinque ufficiali di guardia. L’edificio appartiene “ai servizi segreti” e ospitava “documenti segreti di speciale importanza” per la sicurezza nazionale della Russia. “L’incendio – proseguiva il dispaccio della Reuters – ha seriamente colpito la zona segreta dell’edificio”, investendo “circa 400 metri quadri”. Il vice ministro della difesa, colonnello-generale Aleksander Kolmakov, accorre sul posto insieme ad alti ufficiali dei servizi segreti. Il tutto sarebbe accaduto alle 10 del mattino del giorno precedente, domenica 13 settembre.

Qui finiscono le notizie ufficiali e cominciano quelle ufficiose. Ma interessanti anche dopo essere state depurate. C’è un sito sul web , abbastanza noto, che dispone di discreti e provati contatti con fonti russe che vogliono far sapere “altro”. Si chiama

http://www.whatdoesitmean.com/index1275.htm e ospita spesso analisi firmate con nome femminile, Sorcha Faal. Non so chi sia, ma dal contesto e dal contenuto si possono dire due cose: c’è del vero in quello che dice, anche se l’insieme va preso con cautela.

Da questa analisi emergono cose sconcertanti. L’incendio non sarebbe stato un incidente. Si sarebbe trattato di un attacco di commandos contro “i bunker che ospitano la Direzione Generale dell’Intelligence russa”. Quali commandos? Non viene detto, ma si capisce che si tratta di un lavoro di alta specializzazione. Uno o più gruppi armati che , “in meno di 15 minuti” sarebbero stati in grado di “ penetrare nel perimetro di sicurezza, disattivare i sistemi antincendio e attaccare il bunker dei documenti con armi incendiarie”.

Sorgono molte domande. Chi ha inviato i commandos? Erano russi? E, se non erano russi, come potevano essere arrivati nel cuore della Russia, percorrendo – si presume in volo – diverse centinaia di chilometri senza essere rilevati e contrastati? In Russia tutto è possibile, ma neanche in Russia si fanno miracoli.

Esiste un nesso tra questo episodio e altri eventi occorsi nelle ultime settimane? Forse si può tentare di collegarne alcuni. Facciamo un salto indietro di qualche giorno. L’8 settembre il Jerusalem Post scrive che il premier Netanyahu è sparito verso destinazione ignota. Il 9 un altro giornale israeliano precisa una notizia sensazionale: Netanyahu è volato segretamente a Mosca a bordo di un aereo privato. Perché? Come? Il sito sopra citato fornisce importanti dettagli che sembrano derivare da una fonte dei servizi segreti russi. Seguiamo il racconto di Sorcha Faal.
v Netanyahu si sarebbe precipitato a Mosca, senza neppure preavvertire il governo russo, per chiedere “l’immediata restituzione” di “tutti i documenti, dell’equipaggiamento e degli agenti del Mossad catturati dai commando russi e americani” che avevano ripreso il controllo della Arctic Sea dopo che un commando composto da israeliani e agenti fuori controllo (“rogue agents”, dice Sorcha Faal) della CIA aveva assaltato la nave, impadronendosene per diverse ore, forse giorni. Qui le domande si affollano. E anche i dubbi.

Ma non è, assai probabilmente, un’invenzione peregrina. La fonte dell’FSB che racconta la vicenda aggiunge particolari straordinariamente interessanti e anche molto precisi. Nella Direzione Generale dell’FSB di Tambov vi sarebbero stati “tutti i files operativi” compilati dall’FSB, il servizio segreto russo, concernenti la famosa Blackwater, la corporation privata cui Bush e Cheney affidarono importanti incarichi di sicurezza in Irak e non soltanto, e cui la Cia (come risulta ora dall’inchiesta aperta negli Stati Uniti), commissionò l’incarico degli assassini mirati per liquidare i leader e i militanti di rilievo di Al Qaeda. Che i servizi segreti russi tenessero e tengano sotto osservazione questa attività è del tutto logico. Sarebbe illogico pensare il contrario. Resta da capire cosa e come possano avere scoperto. Ma cosa c’entra Netanyahu?

Torniamo dunque al suo viaggio segreto a Mosca. Il 10 settembre, nel pomeriggio, insieme agli altri membri del club di discussione Valdai, di cui faccio parte, incontro il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov. Mosca è piena di voci su quel viaggio e la domanda è inevitabile. Lavrov non conferma ma nemmeno smentisce. E ovviamente non dice chi ha incontrato Netanyahu e perché. Ma dichiara che Mosca non ha violato nessuna delle regole internazionali del commercio di armi e che ha fornito all’Iran, in passato, solo “armi rigorosamente difensive”. Nel frattempo fonti israeliane, subito riprese da diversi giornali occidentali e anche russi, diffondono l’informazione secondo cui, a bordo della Arctic Sea ci sarebbe stato non un carico di legnami preziosi, ma un carico di missili S-300 destinati all’Iran. Gli S-300 sono missili anti-missile, cioè arma difensiva.

Notizia strana. La Russia avrebbe mandato in giro, lungo una rotta lunghissima (dall’Oceano Artico, nell’Atlantico, via la Manica, fino alle Canarie, ma per andare dove?), un carico delicatissimo, esponendo la sua merce a ogni rischio (come poi sarebbe avvenuto), senza poterla tenere sotto controllo. Basta guardare le carte geografiche per capire che Mosca può inviare in Iran ciò che vuole attraverso il Mar Caspio, su cui si affacciano i suoi porti e quelli iraniani. Dunque notizia improbabile. Sicuramente il carico della Arctic Sea era molto importante, ma non era quello che dicono gli israeliani. E non era diretto all’Iran ma – ecco la novità di Sorcha Faal -“agli Stati Uniti”.

Ecco perché all’operazione di ricupero della Arctic Sea avrebbero preso parte anche gli Stati Uniti, con uomini e, soprattutto, informazioni sulla localizzazione della nave.

Secondo la ricostruzione citata la Marina Militare russa, con il concorso di unità della marina finlandese e dei servizi americani, avrebbe prelevato tre missili, dotati di testata nucleare, dopo averli recuperati dal relitto del Kursk, il sommergibile nucleare affondato nel 2001 in circostanze misteriose nell’Artico. Tragedia nella quale persero la vita 118 marinai e ufficiali russi. All’epoca i russi avevano incaricato del recupero dei cadaveri del Kursk due compagnie danesi, la Mammoet e la Smit International, ma senza il permesso di toccare i missili. Si trattava di missili nucleari tattici P-700 Granit, in grado di affondare navi di grandi dimensioni, per esempio portaerei.

Secondo fonti della intelligence militare russa, il GRU, i missili sarebbero stati caricati sulla Arctic Sea, e diretti verso gli Stati Uniti per essere affidati alla US Nuclear Security Administration che ne doveva curare lo smantellamento nell’impianto Pantex, in Texas. Il tutto in base agli accordi di disarmo dello START 2.

La Arctic Sea, con un carico ben più importante del legname, viene attaccata da “commandos non identificati” . Ovvio che non si tratta di comuni pirati. Qui ci sono in campo servizi segreti potenti, in grado di mettersi di traverso niente meno che a un’operazione congiunta russo-americana. Mosca reagisce con veemenza inusitata. Il comandante in capo della Marina, Vladimirr Visotskij dichiara pubblicamente che “tutte le navi e i natanti della marina russa nell’Atlantico sono stati inviati alla ricerca della nave sparita”. Il 18 agosto il ministro della difesa russo, Anatolij Serdiukov annuncia che le forze navali russe, “in cooperazione con il Comando Spaziale della Marina USA” hanno “ripreso possesso” della Arctic Sea. Fonti anonime dei servizi russi parlano di “terroristi della CIA con falsi passaporti estoni, lettoni, e russi. C’è un’altra fonte, non anonima, russa, che racconta altre cose. Si tratta di Mikhail Voitenko, direttore di una rivista specializzata in incidenti marittimi, la Sovfracht, il quale fa sapere che la Arctic Sea non era una qualunque nave da trasporto, ma era dotata dei più moderni mezzi di localizzazione e di comunicazione. Per giunta, al momento dell’assalto dei “pirati”, la nave si sarebbe trovata in acque dove “perfino i cellulari funzionavano”. Perché non ci fu allarme subito? Il mistero s’infittisce. Mikhail Voitenko, dopo avere troppo parlato, scappa in Turchia e dichiara di essere sotto grave minaccia di vita.

Qui dobbiamo tornare a Netanyahu perché il sito sopra citato mette direttamente in relazione i servizi segreti israeliani con la vicenda della Arctic Sea. Vediamo come. Fonti questa volta del ministero degli esteri russo rivelano che l’aereo privato su cui viaggiava Netanyahu aveva un piano di volo che prevedeva l’atterraggio a Tbilisi, Georgia ma che (l’episodio deve essere avvenuto tra l’8 e il 9 settembre) all’improvviso, in vicinanza dello spazio aereo russo, il pilota chiede “urgentemente” di poter atterrare a Mosca, specificando che ha a bordo il primo ministro israeliano Netanyahu. Il permesso è accordato e l’aereo atterra nella base militare di Kubinka, non lontano dalla capitale.

Sempre stando al racconto di Sorcha Faal, all’aeroporto di Kubinka arriva in tutta fretta il presidente russo Dmitrij Medvedev, che incontra non solo un Netanyahu furibondo ma un’intera delegazione israeliana, composta dal generale Meir Kalifi, ministro per gli Affari Militari e Uzi Arad, consigliere per la Sicurezza Nazionale d’Israele. La richiesta, perentoria, a Medvedev è “un’immediata restituzione di tutti i documenti, dell’equipaggiamento e degli agenti del Mossad” catturati dai russi e dagli americani a bordo della Arctic Sea. A quanto pare Medvedev, già irritato per il mancato preavviso, per la insolita procedura, e per i toni degli ospiti, replica che “l’investigazione è in corso” e che “la Russia non è pronta a dare alcuna prova a nessuno”. Con ogni probabilità si è parlato anche d’altro e qui il racconto diventa del tutto inverificabile. Uno degli argomenti in questione, per altro probabilmente, sarebbe stata una richiesta di chiarimento circa le armi che la Russia starebbe fornendo all’Iran. Il tutto in connessione con un possibile attacco israeliano sulle installazioni nucleari iraniane. Sorcha Faal mette tra virgolette frasi di Netanyahu di incredibile gravità, del tipo che “la Russia dovrebbe pararsi il sedere” e non essere sorpresa quando “nubi a forma di fungo cominceranno ad apparire sopra Teheran”.

La reazione di Medvedev non viene riferita. Ma sia Medvedev che Putin in quei giorni, anche negl’incontri con i membri del Club Valdai, hanno ripetutamente ribadito l’inaccettabilità di ogni azione di forza contro l’Iran e la necessità di uno sviluppo della via negoziale.

Non sarà inutile qui ricordare chi era uno dei due accompagnatori di Netanyahu a Mosca, Uri Arad. L’attuale Segretario alla Sicurezza Nazionale di Israele è persona non grata negli Stati Uniti. Lo è da quando risultò, nel 2006, che era direttamente implicato nel cosiddetto AIPAC Espionage Scandal (AIPAC sta per American Israeli Public Affair Committee). In quel processo, largamente coperto dalla stampa americana, emerse che importanti documenti della politica americana verso l’Iran venivano passati a Israele, attraverso l’AIPAC e personalmente Uri Arad, da un funzionario del Dipartimento della Difesa, Lawrence Franklin. Questi fu condannato a 13 anni per spionaggio a favore di uno stato straniero; condanna poi tramutata in 10 mesi di arresti domiciliari. Ebbene, viene riferito che Uri Arad fu protagonista di uno scandalo aggiuntivo quando Hillary Clinton incontrò Netanyahu a Gerusalemme. Hillary e i suoi consiglieri furono sconcertati di vedere Arad al fianco di Netanyahu e, per evitare un incidente diplomatico, proposero che all’incontro assistessero solo tre persone per parte. Netanyahu non fece una piega e chiese all’ambasciatore israeliano a Washington, Sallai Meridor, di allontanarsi, e tenne con sé Uri Arad. Meridor si dimise qualche giorno dopo e un portavoce di Netanyahu spiegò in seguito che la presenza di Arad era “indispensabile per la questione iraniana”. Quanto fosse indispensabile lo dimostra la posizione di Arad in materia: “massima deterrenza”, nel senso che Israele “deve minacciare e colpire ogni e qualsiasi cosa abbia importanza in merito”, a cominciare “dai leader” per finire “ai luoghi sacri”.

(Editoriale di Paul Woodward, 18 marzo 2009. http://warincontext.org/2009/03/18/edit ... the-people).

Cosa ci sia di vero nelle rivelazioni (guidate dai servizi segreti militari russi) secondo cui tra i files distrutti a Tambov c’erano anche quelli che “confermavano” le accuse contro i servizi segreti USA e israeliani, formulate dal generale Mirza Aslam Beg, ex capo di stato maggiore dell’esercito pakistano, secondo cui “mercenari privati” della Blackwater (ora rinominata Xe) sarebbero stati “gli organizzatori degli attentati contro l’ex primo ministro libanese Rafik Hariri e contro Benazir Bhutto”.

In ogni caso, concludendo, si può dire con certezza che il viaggio di Netanyahu a Mosca c’è stato. E che una cosa del genere si fa soltanto se sono in gioco eventi drammatici.

Si capisce che Netanyhau aveva una gran fretta, una settimana prima che Obama annunciasse che l’Iran non costituisce, al momento, una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti. Resta da capire qual’era lo scopo dell’assalto alla Arctic Sea e come mai i servizi segreti israeliani si sono esposti così apertamente in una operazione ostile nei confronti di Stati Uniti e Russia. E resta, ovviamente, da investigare l’assalto (se di assalto si è trattato) alla base segreta russa di Tambov, solo cinque giorni dopo il burrascoso incontro di Kubinka..

Articolo che è a sua volta una traduzione con aggiunte e citazione di un altro articolo apparso su altri siti stranieri. L'articolo in se mi ha appassionato in quanto amo ogni tanto leggere libri di fantapolitica, fantastoria e dietrologia (Tom Clancy per capirci..). Tutto quello che viene detto sembra troppo la trama di un qualche d'azione per essere vero e credibile, ma molto avvincente alla lettura.
La cosa bella è questo articolo iniziando dal web è arrivato sulla carta stampata è stato infatti ripreso dal "Guardian", cosa che ho scoperto leggendolo sull'"Internazionale".

Una volta letto questo articolo ho cercato un po di siti simili e ho scoperto un mondo:
Questa si che è stampa alternativa e libera, contro tutti e tutto non credono a nessuno per loro niente è quello che è. Se ho tempo e non ho libri è uno spasso leggerli... (consiglio i post sui film dei Freda)

Unico dubbio che mi rimane e se anche solo in parte avessero ragione?

lunedì, ottobre 5

IN CHIAVE ESCATOLOGICA? - OVVERONO NON CAPISCO L'ARTE CONTEMPORANEA -

Domenica pomeriggio sono stato al PAC a vedere la mostra "Coniglio Viola".
La mostra mi ha attratto per la presenza nel cortile del PAC di un gonfiabile raffigurante un coniglio viola con fascia da pirata.
Ecco le cose che mi sono piaciute sono iniziate e finite e con il gonfiabile.

La mostra è dedicata al collettivo "Coniglio Viola", gruppo di artisti tra i piu attivi, famosi e noti in Italia.
Le opere presentate erano tutte installazioni multimediali aventi per personaggi gli stessi artisti. Le opere sono varie (per tecnologia usata) ma tutte hanno un'ambientazione un po horror decadente rinascimentale (avete presente i bambini cattivi dei film horror? ecco cosa intendo).

Questo è un medley delle installazioni:



La prima che si vede è "Ci sarò" ed è denominata una rivisitazione in chiave escotologica dell'omonima canzone di Al Bano e Romina. L'installazione è composta dallo schermo in cui è proiettato il video ce da due casse da morto contenti le immagine dei che cantano.
Io perchè questa sia arte non l'ho mica capito!

Girando sul web si trovano cose migliori, che pero non pretendono di essere arte (quella cosa colta che in pochi capiscono) ma solo intrattimento. Ecco un esempio preso dai Gem Boy:



Per loro questa è una presa per il culo, niente di escatologico con significati reconditi ma han fatto la stessa cosa: han preso una canzone di san remo famosa e l'hanno presa in giro.

Infatti io non capisco perchè i primi vadano al PAC ed i secondi a Colorado Caffe.