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martedì, ottobre 12

PAROLE IN LIBERTA' SULLE BICI

Ultimamente sento tante parole in libertà sulle biciclette!
Le prime sono le nuove norme del codice della strada che impongono giubbetti catarinfrangenti per i ciclisti che percorrono strade extraurbane la sera e le gallerie. Allora il principio è sicuramente giusto rendere più visibili i ciclisti non è una brutta idea. Magari prima era meglio obbligare tutti ad avere delle luci funzionanti (cosa di cui c'è già l'obbligo mi tra l'altro) ed il caschetto (per me salva molto di piu la vita). Eppoi non capisco la differenza tra fuori città ed in città!

Altre dichiarazioni che mi piacciono sono quelle dell'assessore comunale all'urbanistica Masseroli. Assessore che è in carica da un po di anni direi, e aggiungo che nel 2011 ci sono le elezioni.
Il preambolo alle sue dichiarazioni (ma senza credo/spero un vero nesso con quanto sta facendo) è una lettere inviata al Corriere delle Sera da una signora investita da una bici mentre usciva dal portone che ha innescato un po di polemica negli ultimi giorni.
Di questi giorni è la notizia che in questi giorni Masseroli sta studiando un modo per incentivare l'uso della bici senza andare a dove usare il mattone. Il modello da copiare è quello di Berlino (e questo articolo lo sapevo scrivere anch'io) e devono essere usati spazi gia esistenti sui marciapiedi e sulle strade. Si tratta in pratica di tirare delle righe per terra e decidere che quella sarà uno spazio riservato alle biciclette, cosa che l'altro a Berlino funziona sentendo chi ci abita.
Ora la prima cosa che contesto sono i marciapiedi, insomma li ci devono essere i pedoni!
Le piste ciclabili sono altro, e poi i marciapiedi che consentirebbero piste ciclabili a Milano non ci sono. Esistono marciapiedi larghi ma non sono fatti per il traffico delle bici: mancano alle volte gli spazi per scendere (insomma io in bici li frequento e so di cosa parlo). Spazi che sono gli stessi per i disabili tra l'altro.
L'altra cosa è il modello Berlino, ma cazzo sempre cosi lontano si deve andare che non è che poi sia sta gran genialata. In pratica si tratta di fare le ciclabili, visto che poi alla storia delle multe non ci credo.
La terza è il non uso del mattone. Cioè se è cosi facile perchè non lo fanno subito. Perchè in varie zone di Milano sono in corso i lavori o sono stati fatti per fare marciapiedi larghissimi (c.so Buenos Aires, via Torino, ecc) senza prevedere l'esistenza di piste ciclabili.
La quarta è che l'Assessore ci stia pensando in questi giorni. Insomma è in carica da un quattro anni ma ha notato il problema solo ora chissà come mai In piu la cosa è in fase di studio non in fase di applicazione (salvo un caso).
Ma io dico a fare quattro striscie per terra non ci vuole molto, per farle in tutto il centro ci vorrà una settimana (ed esagero).
L'obiezione tipica è: ma cosi si tolgono parcheggi! E la risposta è: si ma chi se ne frega!
L'obiettivo è disincentivare l'uso dell'auto. Nelle zone commerciali (vedi corso Buenos Aires) non sono certo quei pochi parcheggi sempre occupati su strada a spostare le sorti economiche dei negozianti, ne l'avere tante macchine che sgasano ai semafori senza fermarsi. Insomma che si sono sviluppati di più a Milano sono quelli con poche auto e nessun parcheggio (sempione, c.so garibaldi). Poi magari sono io che non capisco un cazzo di geo marketing....
Un tratto sperimentale di questo modello Berlino lo hanno messo in zona Cadorna, in particolare han fatto un tratto da Cadorna a tutta via Carducci e poi? Cazzi del ciclista! Si ritrova in mezzo alla strada acciotolata come sempre.(di questo c'era notizia solo sull'edizione cartacea con tanto di foto)
Forse è ora di pensarle un po meglio queste piste con un inizio e una fine sensate. Non ci possono fare un metro alla volta, o almeno questa volta deve essere un tempo ristretto.
Della stessa mia idea è Fedreghini dei verdi.
La chiusa dell'articolo sulle dichiarazioni di Masseroli denota come la giornalista capisca poco del problema, leggendolo sembra che ci siano ma debbano essere migliorate!

Per saperne di più si possono vedere i lavori (spero di non segare link) di Paolo Pileri e Ciclobby che io sappia.

2 commenti:

palbi ha detto...

relativamente al caschetto hai solo che ragione. Qui lo usano tutti e a nessuno passa neanche nell'anticamera del cervello che sia una cosa da sfigati. In Italia invece ci sentiamo troppo fighi.
Ci vorrebbe un po' di coinvolgimento di qualche vip (nomi a caso belen e corona visto che piacciono tanto) paparazzati mentre lo usano

Unknown ha detto...

sai che non so quanto servirebbe!
è proprio un problema di cultura, io uso il casco e protezioni sempre ma all'idea di metterlo in bici mi sento proprio scemo, e infatti non lo metto!