Non è bello ma stando al Salone e pensando al topic che avrei scritto avrei voluto intitolarlo: “Salone del Gusto 2010 - Uhm!”.
Questa è la terza volta che lo visito e la prima da socio di Slowfood ma i motivi per cui avrei voluto aggiungere “uhm” è che ho riscontrato un po di problemi organizzativi un po seccanti.
Il primo problema riscontrato è che non c’era il guardaroba, nel senso che lo spazio al Lingotto Fiera c’è ma non c’era nessuno a gestirlo e chi come noi (io e Fede) necessitava di depositare delle cose non è stato molto comodo (anche se è andata peggio a chi poi ha dovuto girare con il trolley).
Il secondo problema è l’aver posizionato l’ingresso da una parte e la zona per il ritiro dei pass per gli eventi dalla parte opposta e un po nascosta sulla destra. Zona di ritiro che tra l’altro non tutti gli addetti sapevano indicarci dove fosse e che dovessimo andare li a ritirare i nostri pass (non per colpa dei volontari che sono stati tutti gentili).
Questi sono stati i due veri problemi poi ci sono state delle cose che non mi sono piaciute, ma sono a livello di gusto.
A occhio a me sembra che il Salone si sia ingrandito, nella realtà non lo so e non ho voglia di controllare. Non mi è piaciuta l’idea di spostare in spazi esterni non coperti alcune cose, è vero che questo ha permesso di allargare lo spazio concerti/interventi e quello dedicato ai cibi di strada rendendoli più vivibili e fruibili (anche se mancava il lampredotto) ma essendo a Torino e a fine ottobre non mi è sembrata una grande idea (poi di culo non faceva freddo ne pioveva).
La scorsa edizione c’era uno spazio all’interno dove erano raggruppati i birrifici artigianali (birra che per me deve stessa dignità del vino o quasi), con a fianco la zona concerti/interventi creando cosi una zona relax (ti sedevi, bevevi una birra ed ascoltavi cosa raccontavano/suonavano le persone). Quest’anno i birrifici erano dispersi all’interno delle varie regioni e della zona concerti/interventi ho detto cosi non c'era una vera zona relax. Tutte le installazioni erano concentrate all'ingresso e quindi ci dovevi andare apposta.
Nel 2008 i Presidi Slowfood (non ricordo se tutti o solo alcuni) erano raggruppati in una zona e questo permetteva di scoprirli meglio rispetto a quest’anno in cui erano affogati negli spazi regionali/nazionali e ci si imbatteva in loro quasi per caso.
In generale, quindi, in questa edizione non mi è piaciuta la gestione degli spazi: era tutto troppo settoriale di qui gli stand con le regioni di la le zone con i progetti e simili. Le altre volte era tutto più mischiato per cui girando ti imbattevi nelle cose ed era molto più bello per me (per cose intendo i settori in cui c'erano installazioni o spiegazioni su come mangiare/vestirsi seguendo le idee di Slowfood).
I motivi per cui avrei messo “uhm” sono quelli sopra il motivo per cui non l'ho messo è che il Salone del Gusto e Terra Madre sono una grande iniziativa e i problemi sono solo organizzativi e non c'entrano con l'idea e la sostanza delle cose.
Volendo esplicitare i motivi perché mi è piaciuto direi che in ogni caso ho visto (sentito poco stavolta) cose interessanti e bei progetti.(Dire che ho assaggiato cose buone è scontato ma doveroso.).
Una considerazione da fare è che c’erano meno soldi e si vedeva dagli stand delle regioni. La scorsa volta erano spesso grandi e facevano spettacoli fighissimi, quest’anno decisamente più piccoli e discreti.
Il vero plus del Salone quest’anno è stata la presenza di un settore dedicato alla Banca del Vino.
Uno spazio dedicato ai vini di qualità per lo più italiani, spazio al quale siamo acceduti con un biglietto per 15 degustazioni che poi son diventate per culo 21 (potrei elencarli ma mi sembra inutile)! Con l'aggiunta di un assaggio di pasta fatta da Davide Scabin, che tra design della presentazione e gusto era davvero meritevole.
Banca del Vino dove per motivi didattici ci siamo fermati un bel po di tempo assaggiando ottimi vini e conoscendo un sacco di gente tra cui: i bravissimi e simpatici sommelier Fisar che ci hanno sopportato tutta sera, le ragazze dell’enoteca anche loro gentili e vari ed eventuali che abbiamo conosciuto.
Dopo tanti anni mi è successo di uscire da un locale (Banca del Vino) a luci spente e di vedere il barista che mi viene a salutare!
Questa è la terza volta che lo visito e la prima da socio di Slowfood ma i motivi per cui avrei voluto aggiungere “uhm” è che ho riscontrato un po di problemi organizzativi un po seccanti.
Il primo problema riscontrato è che non c’era il guardaroba, nel senso che lo spazio al Lingotto Fiera c’è ma non c’era nessuno a gestirlo e chi come noi (io e Fede) necessitava di depositare delle cose non è stato molto comodo (anche se è andata peggio a chi poi ha dovuto girare con il trolley).
Il secondo problema è l’aver posizionato l’ingresso da una parte e la zona per il ritiro dei pass per gli eventi dalla parte opposta e un po nascosta sulla destra. Zona di ritiro che tra l’altro non tutti gli addetti sapevano indicarci dove fosse e che dovessimo andare li a ritirare i nostri pass (non per colpa dei volontari che sono stati tutti gentili).
Questi sono stati i due veri problemi poi ci sono state delle cose che non mi sono piaciute, ma sono a livello di gusto.
A occhio a me sembra che il Salone si sia ingrandito, nella realtà non lo so e non ho voglia di controllare. Non mi è piaciuta l’idea di spostare in spazi esterni non coperti alcune cose, è vero che questo ha permesso di allargare lo spazio concerti/interventi e quello dedicato ai cibi di strada rendendoli più vivibili e fruibili (anche se mancava il lampredotto) ma essendo a Torino e a fine ottobre non mi è sembrata una grande idea (poi di culo non faceva freddo ne pioveva).
La scorsa edizione c’era uno spazio all’interno dove erano raggruppati i birrifici artigianali (birra che per me deve stessa dignità del vino o quasi), con a fianco la zona concerti/interventi creando cosi una zona relax (ti sedevi, bevevi una birra ed ascoltavi cosa raccontavano/suonavano le persone). Quest’anno i birrifici erano dispersi all’interno delle varie regioni e della zona concerti/interventi ho detto cosi non c'era una vera zona relax. Tutte le installazioni erano concentrate all'ingresso e quindi ci dovevi andare apposta.
Nel 2008 i Presidi Slowfood (non ricordo se tutti o solo alcuni) erano raggruppati in una zona e questo permetteva di scoprirli meglio rispetto a quest’anno in cui erano affogati negli spazi regionali/nazionali e ci si imbatteva in loro quasi per caso.
In generale, quindi, in questa edizione non mi è piaciuta la gestione degli spazi: era tutto troppo settoriale di qui gli stand con le regioni di la le zone con i progetti e simili. Le altre volte era tutto più mischiato per cui girando ti imbattevi nelle cose ed era molto più bello per me (per cose intendo i settori in cui c'erano installazioni o spiegazioni su come mangiare/vestirsi seguendo le idee di Slowfood).
I motivi per cui avrei messo “uhm” sono quelli sopra il motivo per cui non l'ho messo è che il Salone del Gusto e Terra Madre sono una grande iniziativa e i problemi sono solo organizzativi e non c'entrano con l'idea e la sostanza delle cose.
Volendo esplicitare i motivi perché mi è piaciuto direi che in ogni caso ho visto (sentito poco stavolta) cose interessanti e bei progetti.(Dire che ho assaggiato cose buone è scontato ma doveroso.).
Una considerazione da fare è che c’erano meno soldi e si vedeva dagli stand delle regioni. La scorsa volta erano spesso grandi e facevano spettacoli fighissimi, quest’anno decisamente più piccoli e discreti.
Il vero plus del Salone quest’anno è stata la presenza di un settore dedicato alla Banca del Vino.
Uno spazio dedicato ai vini di qualità per lo più italiani, spazio al quale siamo acceduti con un biglietto per 15 degustazioni che poi son diventate per culo 21 (potrei elencarli ma mi sembra inutile)! Con l'aggiunta di un assaggio di pasta fatta da Davide Scabin, che tra design della presentazione e gusto era davvero meritevole.
Banca del Vino dove per motivi didattici ci siamo fermati un bel po di tempo assaggiando ottimi vini e conoscendo un sacco di gente tra cui: i bravissimi e simpatici sommelier Fisar che ci hanno sopportato tutta sera, le ragazze dell’enoteca anche loro gentili e vari ed eventuali che abbiamo conosciuto.
Dopo tanti anni mi è successo di uscire da un locale (Banca del Vino) a luci spente e di vedere il barista che mi viene a salutare!
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