Il primo obiettivo del fine settimana è assistere al concerto di violoncelli il sabato mattina all’alba ai piedi del Castellaz.
Per questo partiamo il venerdi verso le sette ed iniziano subito problemi.
Problemi che sono nell’ordine: coda e pioggia torrenziale! A parte questo il viaggio è andato liscio. Talmente liscio che abbiamo pianificato la cena sulla base dell’orologio della macchina, orologio che pero era un’ora indietro! (e la macchina era la mia). Quindi ci siamo ritrovati alle undici passate in zona Cavalese sotto una pioggia torrenziale a cercare dove poter mangiare qualcosa!
Alla fine ci è andata anche bene abbiamo mangiato qualcosa al El Molin Wine Bar a Cavalese che consiglio a tutti!
Dopo cena ripartiamo per il Passo Rolle e San Martino di Castrozza. Nel tragitto ho scoperto di avere poteri paranormali: sono in grado di prevedere il futuro!
Stavo salendo un po allegramente verso il Passo Rolle ed ha un tratto ho pensato “si ma se mi spunta un animale in mezzo alla strada cosa faccio?” e dopo circa trenta secondi ha iniziato a palesarsi un branco di caprioli (penso) ai bordi della strada. In totale ne abbiamo contato 6 di cui una mamma con cucciolo.
Poco dopo la una arriviamo a San Martino dove parcheggiamo e prepariamo a dormire in macchina meno di un paio d’ore, essendo che dobbiamo prendere la navetta che ci porterà al Passo Rolle ad un quarto alle quattro. Nel mentre smette di piovere e tempo un nulla mi addormento (parlo in prima persona ma ovviamente Federica c’era ed in più c’era Lorena).
Della sveglia e dell’arrivo al Passo Rolle ho un ricordo vago se non che conosciamo una coppia di piacentini che sono li, il resto l’ho fatto in automatico in dormiveglia.
Arrivate al Rolle si cammina un quaranta minuti fino ai piedi del Castellaz (dove non saliremo per il troppo affollamento sul sentiero) dove in una sorta di anfiteatro naturale ci sarà il concerto.
Noi ci sistemiamo e iniziamo l’attesa che sarà troppo lunga e faticosa, a causa della temperature (5°) e del vento.
Verso le sei inizia il concerto ed è davvero bello ed in più arriva anche il sole a scaldarci un po!
Finito il concerto ci incamminiamo verso per la Baita Segantini per una sosta tecnica saltata a causa della troppa gente. Dalla Baita seguiamo il sentiero 710 che ci porterà al Rifugio Volpi al Mulaz.
La salita non è difficile ed il paesaggio bello, peccato che nel mentre inizi prima a piovere e ad un certo punto inizi a cadere acqua ghiacciata. Il vento era sempre presente.
Nota per chi volesse fare questo giro: tagliando dalla Val Venegia verso il rifugio dal basso si vedono 2 tracce una destra ed una sinistra di un ghiaione. Quella a destra è il sentiero corretto e segnalato, quella a sinistra è una variante poco simpatica che finisce nel nulla e che costringe ad attraversare in diagonale il ghiaione e vedendo quelli che lo hanno fatto non mi è sembrato niente di bello.
Prima delle dodici siamo al Mulaz, le ragazze di fermano li. Io scarico un po zaino e salgo al Monte Mulaz. Salita divertente perché ogni tanto il sentiero lo si deve un po inventare e perché da li sopra si ha una vista stupende sulle più famose cime delle dolomite, cime che io ho solo intravisto causa nuvole. Tra salita, discesa e sosta speranzosa in cima ad illudermi che si schiarisse ci ho messo un ora e mezza. Il resto della giornata l’abbiamo spesa rilassandoci e gironzolando nei dintorni del rifugio.
Ai soliti orari da ospedale abbiamo cenato (e anche bene) e poco dopo le nove eravamo a letto. Unico neo del rifugio è che hanno poco libri e giochi di società!
Domenica sveglia alle sei e mezza circa, colazione ed un ora dopo siamo in partenza verso il Rifugio Rosetta. L’inizio del sentiero 703 (parte dell’Alta Via Dolomiti 2) è piuttosto tosto, nel senso che tira un bel po ma dura poco. Un po lentamente raggiungiamo il Passo delle Farangole, perché la traccia non segue il sentiero ma fa uno “stupido” giro che a dover un po ravanare sui nevai e su impervio sfasciume vario, ma niente di drammatico. Le corde e le scalette che permettono di salire e scendere dal Passo sono in ottime condizioni e molto divertenti.
Dal passo il sentiero è tutta una discesa, in pratica, fino al Sentiero delle Farangole. Sentiero che pensavamo potesse essere il problema della giornata, ma non lo è stato. Nonostante quanto si può leggere in giro è solo un sentiero molto esposto e divertente per fare il quale è buona cosa tenersi ai cavi di acciaio. Su tutto il sentiero 703 non serve in nessuna occasione il materiale da ferrata ma solo un po di attenzione.
Finito il tratto attrezzato siamo risaliti sull’altipiano del Rifugio Rosetta. Il modo più comune di descrivere l’altipiano è: “un paesaggio lunare” ed è vero! In pratica c’è solo roccia.
Problema dell’altipiano è che ci arriva la funivia da San Martino, quindi era strapieno di gente che faceva una scampagnata. In pratica siamo passati da incontrare 12 persone in 4 ore a vedere qualche centinaio in un quarto d’ora!
In ogni caso dal Rosetta siamo andati alla funivia che abbiamo usato per scendere. Una volta scesi abbiamo pranzato e verso le due eravamo in partenza verso Milano.
Non so bene quando le ho fatte ma sono riuscito a fare più di cinquecento foto in 2 giorni! Eccone alcune:
Per questo partiamo il venerdi verso le sette ed iniziano subito problemi.
Problemi che sono nell’ordine: coda e pioggia torrenziale! A parte questo il viaggio è andato liscio. Talmente liscio che abbiamo pianificato la cena sulla base dell’orologio della macchina, orologio che pero era un’ora indietro! (e la macchina era la mia). Quindi ci siamo ritrovati alle undici passate in zona Cavalese sotto una pioggia torrenziale a cercare dove poter mangiare qualcosa!
Alla fine ci è andata anche bene abbiamo mangiato qualcosa al El Molin Wine Bar a Cavalese che consiglio a tutti!
Dopo cena ripartiamo per il Passo Rolle e San Martino di Castrozza. Nel tragitto ho scoperto di avere poteri paranormali: sono in grado di prevedere il futuro!
Stavo salendo un po allegramente verso il Passo Rolle ed ha un tratto ho pensato “si ma se mi spunta un animale in mezzo alla strada cosa faccio?” e dopo circa trenta secondi ha iniziato a palesarsi un branco di caprioli (penso) ai bordi della strada. In totale ne abbiamo contato 6 di cui una mamma con cucciolo.
Poco dopo la una arriviamo a San Martino dove parcheggiamo e prepariamo a dormire in macchina meno di un paio d’ore, essendo che dobbiamo prendere la navetta che ci porterà al Passo Rolle ad un quarto alle quattro. Nel mentre smette di piovere e tempo un nulla mi addormento (parlo in prima persona ma ovviamente Federica c’era ed in più c’era Lorena).
Della sveglia e dell’arrivo al Passo Rolle ho un ricordo vago se non che conosciamo una coppia di piacentini che sono li, il resto l’ho fatto in automatico in dormiveglia.
Arrivate al Rolle si cammina un quaranta minuti fino ai piedi del Castellaz (dove non saliremo per il troppo affollamento sul sentiero) dove in una sorta di anfiteatro naturale ci sarà il concerto.
Noi ci sistemiamo e iniziamo l’attesa che sarà troppo lunga e faticosa, a causa della temperature (5°) e del vento.
Verso le sei inizia il concerto ed è davvero bello ed in più arriva anche il sole a scaldarci un po!
Finito il concerto ci incamminiamo verso per la Baita Segantini per una sosta tecnica saltata a causa della troppa gente. Dalla Baita seguiamo il sentiero 710 che ci porterà al Rifugio Volpi al Mulaz.
La salita non è difficile ed il paesaggio bello, peccato che nel mentre inizi prima a piovere e ad un certo punto inizi a cadere acqua ghiacciata. Il vento era sempre presente.
Nota per chi volesse fare questo giro: tagliando dalla Val Venegia verso il rifugio dal basso si vedono 2 tracce una destra ed una sinistra di un ghiaione. Quella a destra è il sentiero corretto e segnalato, quella a sinistra è una variante poco simpatica che finisce nel nulla e che costringe ad attraversare in diagonale il ghiaione e vedendo quelli che lo hanno fatto non mi è sembrato niente di bello.
Prima delle dodici siamo al Mulaz, le ragazze di fermano li. Io scarico un po zaino e salgo al Monte Mulaz. Salita divertente perché ogni tanto il sentiero lo si deve un po inventare e perché da li sopra si ha una vista stupende sulle più famose cime delle dolomite, cime che io ho solo intravisto causa nuvole. Tra salita, discesa e sosta speranzosa in cima ad illudermi che si schiarisse ci ho messo un ora e mezza. Il resto della giornata l’abbiamo spesa rilassandoci e gironzolando nei dintorni del rifugio.
Ai soliti orari da ospedale abbiamo cenato (e anche bene) e poco dopo le nove eravamo a letto. Unico neo del rifugio è che hanno poco libri e giochi di società!
Domenica sveglia alle sei e mezza circa, colazione ed un ora dopo siamo in partenza verso il Rifugio Rosetta. L’inizio del sentiero 703 (parte dell’Alta Via Dolomiti 2) è piuttosto tosto, nel senso che tira un bel po ma dura poco. Un po lentamente raggiungiamo il Passo delle Farangole, perché la traccia non segue il sentiero ma fa uno “stupido” giro che a dover un po ravanare sui nevai e su impervio sfasciume vario, ma niente di drammatico. Le corde e le scalette che permettono di salire e scendere dal Passo sono in ottime condizioni e molto divertenti.
Dal passo il sentiero è tutta una discesa, in pratica, fino al Sentiero delle Farangole. Sentiero che pensavamo potesse essere il problema della giornata, ma non lo è stato. Nonostante quanto si può leggere in giro è solo un sentiero molto esposto e divertente per fare il quale è buona cosa tenersi ai cavi di acciaio. Su tutto il sentiero 703 non serve in nessuna occasione il materiale da ferrata ma solo un po di attenzione.
Finito il tratto attrezzato siamo risaliti sull’altipiano del Rifugio Rosetta. Il modo più comune di descrivere l’altipiano è: “un paesaggio lunare” ed è vero! In pratica c’è solo roccia.
Problema dell’altipiano è che ci arriva la funivia da San Martino, quindi era strapieno di gente che faceva una scampagnata. In pratica siamo passati da incontrare 12 persone in 4 ore a vedere qualche centinaio in un quarto d’ora!
In ogni caso dal Rosetta siamo andati alla funivia che abbiamo usato per scendere. Una volta scesi abbiamo pranzato e verso le due eravamo in partenza verso Milano.
Non so bene quando le ho fatte ma sono riuscito a fare più di cinquecento foto in 2 giorni! Eccone alcune: