autore Roberto Caprioli
Il 25 aprile un giorno in cui si fa festa! Ma sul perché si faccia festa ci ho messo anni a capirlo e tuttora non penso di sapere bene cosa significhi…
In famiglia ho sentito tanti racconti sulla seconda guerra mondiale e il fascismo: c’è quello dello zio aviere che scappava per i campi del bresciano dopo l’armistizio per non diventare un repubblichino. O quello dello zio partito per la campagna di Russia, fatto prigioniero dai tedeschi e poi deportato in un campo di concentramento. O i meno epici problemi del nonno con il podestà… (quelli della mamma sono un pò più confusi essendo che lei era bambina!)
Nei racconti la guerra mi è sempre sembrata qualcosa di lontano, che non era presente nella vita di tutti i giorni. Nella mia testa la vita sotto il fascismo qui, nella zona dove vivo, significava solo avere un qualcuno di diverso e più cattivo/ottuso al potere (eh si! son sempre stato un po’ tordo lo ammetto). I drammi seri della guerra ho sempre pensato fossero altrove in centro Italia, nel nord est e nelle grandi città non qui (in realtà una buona parte era localizzata nei film….)
Ho sempre pensato che qui il 25 aprile non fosse un reale spartiacque tra un prima ed un dopo ma qualcosa di simile a un cambio di anno….
Un giorno poi ho letto un libro sui partigiani (beh al momento non lo trovo ma prima o poi lo trovo…), parla della lotta partigiana a Torino e Milano. Il libro racconta la vita (difficile) di quei tempi e come si muovevano i partigiani come molti altri ve ne sono altri, quello che mi ha colpito è che in alcuni passaggi si narra di come i partigiani si nascondessero qui dalle mie parti e di come qui ci fossero dei gruppi partigiani!
Da li poi mi son fermato un poco a pensare e mi son ricordato di chi nei boschi andava a cercare reperti della guerra e come nei racconti di famiglia ci fosse il podestà che si da alla macchia dopo il 25 aprile! (e come si capisce sono stordito e le associazioni mentali mi vengono male…)
Per cui anche qui la guerra e soprattutto ciò che è avvenuto dopo ha avuto un senso ed un effetto, solo io non me ne sono accorto!
Questa presa di coscienza non ha cambiato la mia vita, ma ha fatto capire che è importante avere un giorno in cui si ricorda che certe cose che per noi sono scontate non lo sono per nulla e che qualcuno ha dovuto combattere e morire per averle!
Ora penso che in una ricorrenza ci si debba almeno impegnare a non dare per scontate un po’ di cose, e per me ho scelto saranno queste:
- Tanto ci pensa qualcun altro
- Tanto io non ci posso fare nulla
- Votare è normale
- I diritti sono miei e nessuno me li può toccare
La legge è uguale per tutti (ma per ricordarmi questo mi basta andare in Svizzera)
Sono delle banalità, piuttosto forti e scontate ma ciò che vorrei fare (e mi sto impegnando a fare) per non farmele scivolare addosso è impegnarmi in qualcosa……
(cosa e dove lo dico un'altra volta però)