A Ferragosto quest’anno abbiamo fatto una scampagnata al Rifugio Città di Mantova.
Il giro è stato bello anche se il tempo non lo è stato (di seguito alcune foto):
ed è stato anche interessante infatti siamo passati per terreni diversi, dal sentiero tra i prati alle pietraia al Ghiaccio di Indren. Il Mantova poi è stato appena rifatto.
Il giro che abbiamo fatto mi ha pero fatto in modo che mi sia dato del “pirla” un'altra volta per come vado in montagna.
Di seguito spiego il motivo che parte con un antefatto.
L’antefatto è legato alla forte attenzione che da un po di tempo i giornali danni alle morti in montagna (che si sono sempre state e purtroppo sempre ci saranno al di la dei giornali).
In seguito alla polemica che ne è seguita avevo letto una bella intervista del Corriere a Fausto DeStefani. Leggendola mi sono trovato completamente d’accordo con lui.
Il concetto che esprimeva in parole povere è che in montagna ci vuole testa per cui si deve avere la giusta cautela, consapevolezza ed attrezzatura. Alla fine citava un esempio per cui una volta i ghiaccia si attaccavano di notte mentre ora ci si trova sopra gente in pieno pomeriggio.
Leggendo l’articolo ho pensato tra me e me ha proprio ragione, certe cose non si fanno.
Tutto questo prima di sabato, giorno nel quale senza la dovuta attrezzatura (avevamo 2 racchette ed un bastone in 3), consapevolezza del percorso (io lo avevo fatto un po di volte ma solo in inverno e non tutto) e cautela (c’erano nuvole basse ed era primo pomeriggio) ci siamo incamminati dal Mantova ai Salati attraverso il Ghiaccio di Indren.
Lo so che alla fine il ghiaccio in questione è poco più di un nevaio, è poco spesso, non ci sono crepacci o seracchi, che se scivoli sei li in quanto è pianeggiante e che per trovare la strada basta seguire gli altri vista la gente che ci passa.
Il motivo del “pirla” è che sapevo (so e saprò) che a più di tremila metri in mezzo alla nebbia anche prendere una lieve storta è un problema non da poco ed è anche facile cadere e non essere trovati e la lista delle sfighe potrebbe continuare
A mio favore (e della Fede visto che non giro da solo) posso solo dire che o faccio cosi non si fa mai nulla e che c’erano in giro anche dei bambini.
Dalla gita mi rimane una curiosità: ma la domenica quanta gente è salita al Margherita? Io avrò visto che salivano verso il Mantova/Gniffetti una ventine di persone ed erano le 5 del pomeriggio!!
Il giro è stato bello anche se il tempo non lo è stato (di seguito alcune foto):
ed è stato anche interessante infatti siamo passati per terreni diversi, dal sentiero tra i prati alle pietraia al Ghiaccio di Indren. Il Mantova poi è stato appena rifatto.
Il giro che abbiamo fatto mi ha pero fatto in modo che mi sia dato del “pirla” un'altra volta per come vado in montagna.
Di seguito spiego il motivo che parte con un antefatto.
L’antefatto è legato alla forte attenzione che da un po di tempo i giornali danni alle morti in montagna (che si sono sempre state e purtroppo sempre ci saranno al di la dei giornali).
In seguito alla polemica che ne è seguita avevo letto una bella intervista del Corriere a Fausto DeStefani. Leggendola mi sono trovato completamente d’accordo con lui.
Il concetto che esprimeva in parole povere è che in montagna ci vuole testa per cui si deve avere la giusta cautela, consapevolezza ed attrezzatura. Alla fine citava un esempio per cui una volta i ghiaccia si attaccavano di notte mentre ora ci si trova sopra gente in pieno pomeriggio.
Leggendo l’articolo ho pensato tra me e me ha proprio ragione, certe cose non si fanno.
Tutto questo prima di sabato, giorno nel quale senza la dovuta attrezzatura (avevamo 2 racchette ed un bastone in 3), consapevolezza del percorso (io lo avevo fatto un po di volte ma solo in inverno e non tutto) e cautela (c’erano nuvole basse ed era primo pomeriggio) ci siamo incamminati dal Mantova ai Salati attraverso il Ghiaccio di Indren.
Lo so che alla fine il ghiaccio in questione è poco più di un nevaio, è poco spesso, non ci sono crepacci o seracchi, che se scivoli sei li in quanto è pianeggiante e che per trovare la strada basta seguire gli altri vista la gente che ci passa.
Il motivo del “pirla” è che sapevo (so e saprò) che a più di tremila metri in mezzo alla nebbia anche prendere una lieve storta è un problema non da poco ed è anche facile cadere e non essere trovati e la lista delle sfighe potrebbe continuare
A mio favore (e della Fede visto che non giro da solo) posso solo dire che o faccio cosi non si fa mai nulla e che c’erano in giro anche dei bambini.
Dalla gita mi rimane una curiosità: ma la domenica quanta gente è salita al Margherita? Io avrò visto che salivano verso il Mantova/Gniffetti una ventine di persone ed erano le 5 del pomeriggio!!
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